Il 24 aprile del 1813, con Gioacchino Murat, fu posta la prima pietra dell'espansione cittadina al di fuori delle mura medioevali ("borgo nuovo", o "borgo murattiano"), caratterizzato dal tracciato ortogonale delle vie. La popolazione crebbe rapidamente dagli allora 18.000 abitanti ai 94.000 dell'inizio del XX secolo: divenuta capoluogo di provincia, vi trovarono sede edifici e istituzioni pubbliche (Teatro Piccinni, la camera di commercio, l'Acquedotto pugliese, il Teatro Petruzzelli, l'Università degli Studi) e la casa editrice Laterza.
Elogio russo
Durante il ventennio fascista fu costruito il lungomare monumentale ed inaugurata la Fiera del Levante, con la quale prese vita il disegno di "Bari porta d'oriente", consacrato negli anni recenti dal ruolo di "European gateway" assegnato dall'Unione europea.
A metà del XX secolo la città si espanse ulteriormente, in modo disordinato, giungendo a sfiorare i 400.000 abitanti negli anni settanta e ottanta.
La città, fatta metropoli, affronta i fenomeni del pendolarismo e della deurbanizzazione, mentre crescono il terziario e l'area industriale. A causa della sua posizione Bari accoglie un notevole flusso di immigrazione dall'est. L'8 agosto 1991 attracca nel porto la nave Vlora, carica di oltre ventimila Albanesi.
Alle porte del 2000 la città vecchia viene ristrutturata e restituita a nuova vita, mentre si avvia al termine un profondo rinnovamento infrastrutturale che coinvolge porto, aeroporto, interporto e ferrovia.
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